Città del Bio è l`associazione che unisce i comuni e gli enti territoriali che condividono la scelta di promuovere l`agricoltura biologica, intesa non solo nella sua accezione di modello colturale, ma soprattutto di progetto culturale.
Città del Bio favorisce una forte sinergia tra realtà anche molto diverse tra loro – come, ad esempio, sono diversi i territori di produzione dalle aree urbanizzate – ma dalla cui relazione nascono opportunità per promuovere la conservazione dell`ambiente e la qualità della vita.
Città del Bio promuove il collegamento tra produzione e consumo, perché mangiare è un atto agricolo come afferma il poeta-contadino americano Weldell Berry e la nuova agricoltura nasce solo coinvolgendo i cittadini-consumatori, che sono co-produttori a tutti gli effetti.
Città del Bio associa i comuni e le città che vogliono condividere il vantaggio di far parte di una rete internazionale per ricevere e offrire conoscenza, per realizzare un progetto in comune e dare più valore ai territori.
I territori sono gli spazi abitati da una comunità, con le sue identità e i suoi saperi, le attività economiche, le unità amministrative; un fitto tessuto nel quale si intrecciano l’ambiente e il paesaggio, l’agricoltura…
I territori, soprattutto negli ultimi anni, sono stati protagonisti nel favorire la nascita delle migliori esperienze imprenditoriali, espressione di una green economy sempre più concreta, a partire proprio dal mondo dell’agroalimentare.
L’agricoltura biologica è, dunque, l’opportunità per promuovere e valorizzare i territori, passando dalla conversione di ogni singola azienda agricola a quella di tutto un territorio complessivamente inteso, coinvolgendo le attività economiche dei diversi comparti produttivi e sollecitando ogni azienda ad adottare disciplinari di produzione improntati all’eco-sostenibilità.
La Terra è il datore di lavoro più importante e occorre scegliere un nuovo modello di agricoltura, biologica e contadina, multifunzionale, capace di garantire la produzione di cibo di qualità.
L’agricoltura biologica registra trend di crescita significativi in quasi tutto il Pianeta, affermandosi come uno dei comparti più vitali nell’ambito del settore primario, conquistando fasce sempre più ampie di consumatori con un incremento costante delle produzioni e delle superfici dedicate.
L’agricoltura biologica rappresenta un modello di crescita economica attento alla conservazione delle risorse, alla compatibilità ambientale e alla valorizzazione delle differenze locali. Agricoltura biologica è la scelta di chi vuole prendersi cura della propria salute e di quella dell’ecosistema in cui viviamo, adottando un nuovo stile di vita. Agricoltura biologica è un insieme di principi e di valori che costituiscono una visione originale del modo in cui l’uomo si deve occupare della terra, dell’acqua, delle piante e degli animali per produrre, preparare e distribuire il cibo e altri beni.
L’agricoltura biologica afferisce al modo in cui le persone interagiscono con paesaggi vivi, si rapportano l’uno con l’altro, contribuiscono a formare e custodire l’eredità per le generazioni future. Agricoltura biologica è una metodologia di produzione che sostiene la salute e la naturale fertilità del suolo, dell’ecosistema e delle persone. Si basa su processi ecologici, biodiversità e cicli adatti alle condizioni locali, limitando l’immissione di prodotti e mezzi tecnici provenienti dall’esterno dell’azienda agricola.
L’agricoltura biologica combina tradizione, innovazione e scienza perché l’ambiente condiviso ne tragga beneficio e per promuovere relazioni corrette e una buona qualità della vita per tutti coloro che sono coinvolti. E’ riconosciuta dalla UE, che a partire dal 1991 ha definito le metodologie di produzione e certificazione attraverso propri regolamenti e nasce agli inizi del ‘900 come esperienza alternativa allo sviluppo dell’agricoltura chimica.
Agricoltura biologica è oggi un’opportunità che coinvolge non solo la produzione agricola, ma anche altri settori, come le attività di trasformazione agroalimentare, la ristorazione, l’ospitalità, il settore tessile, il settore della cosmesi e dell’igiene personale e ambientale, la bioarchitettura e la bioedilizia.
Agricoltura biologica è il riferimento da cui partire per costruire un modello di economia finalmente sostenibile.
Il cibo è vita, salute, benessere, piacere, convivialità, cultura, identità, relazione con l’ambiente nel quale viviamo.
Il cibo è un diritto. Le definizioni del cibo potrebbero proseguire con un elenco più ampio. Il cibo è anche conoscenza e la conoscenza può passare attraverso il cibo. Mangiare diventa conoscere. Mangiare non è solo assimilare e sostentarsi, ma è capire, conoscere, diventare più consapevoli.
Il cibo è un’esperienza coinvolgente che ripetiamo mediamente almeno tre volte al giorno. Il cibo può essere la leva da utilizzare per costruire un processo di sostenibilità complessiva. E se ciascuno di noi sceglie in maniera responsabile un cibo buono e biologico da il suo contributo positivo per affrontare le sfide che investono i nostri territori.
Città del Bio promuove la nascita e lo sviluppo dei Biodistretti. Il progetto di un Biodistretto impegna tutta la comunità del territorio in un gioco di squadra utile a mettere a frutto l’insieme delle differenti opportunità di ogni contesto.
Il Biodistretto definisce il suo ambito di azione e i propri confini territoriali, sulla base di criteri di omogeneità economica e sociale e di condivisione del progetto da parte degli attori locali, istituzionali, economici e sociali. Al termine del processo di costituzione verrà definito con precisione il suo ambito territoriale.
Il Biodistretto costituisce espressione dell’autodeterminazione da parte della comunità locale a perseguire obiettivi comuni e si pone come strumento di razionalizzazione di costi, processi e politiche di produzione, di comunicazione e commercializzazione dei prodotti del distretto, di marketing territoriale e di promozione del territorio, nell’ottica di aggregazione delle competenze professionali che favoriscano il superamento del gap commerciale e distributivo esistente.
Dall’alleanza tra le Città che consumano e i territori che producono, può nascere un nuovo modello di sviluppo per il nostro Paese, così come per qualunque paese in cui la produzione agro-alimentare rappresenti un asset strategico.
Ma per fare questo, bisogna che le città tornino a considerare le politiche alimentari come obiettivi strategici del loro agire e tornino, anche in questo settore, ad essere protagoniste.
Le politiche alimentari rappresentano, quindi, uno degli assi portanti delle Smart Cities, poiché i sindaci rivestono in questo frangente molti ruoli:
di consumatori, in quanto nelle città che amministrano esercitano direttamente o indirettamente il ruolo di “ristoratori collettivi”, attraverso le mense scolastiche, le strutture sanitarie, sociali e produttive;
di regolatori del mercato, in quanto possiedono i poteri di regolamentare i mercati all’ingrosso e al dettaglio, i luoghi di vendita al consumo, favorendo anche il rapporto diretto tra i produttori ed i consumatori, la stagionalità e di tutelare le produzioni locali garantendo così seppur indirettamente il mantenimento della biodiversità;
di responsabili della logistica, poiché hanno il potere di definire le politiche del traffico delle merci nell’accesso alle città;
di pianificatori, in quanto hanno il potere, attraverso gli strumenti urbanistici, di limitare il consumo di suolo, di favorire la stessa produzione agricola riservando spazi urbani e del proprio territorio alle attività agro-alimentari e di determinare le politiche energetiche ed ambientali locali;
di responsabili dell’igiene e sanità pubblica, adottando norme e regolamenti che impediscano, o almeno limitino, l’afflusso alle città di derrate alimentari che non siano buone, sane e pulite e di cui non si conosca la provenienza;
di responsabili dello smaltimento dei rifiuti, e quindi di soggetti che possono mettere in campo politiche che riducano lo spreco alimentare e che spingano i cittadini ad adottare comportamenti conseguenti;
di responsabili delle politiche sociali, e quindi di autorità in grado di attivare, stimolare, coordinare azioni che consentano a tutti i cittadini di poter disporre del minimo alimentare necessario per una vita decorosa;
di responsabili delle politiche culturali ed educative nelle città, e come tali in grado di favorire attività di educazione alimentare nelle scuole, a cominciare da quelle dell’infanzia, e di adottare azioni di comunicazione che orientino meglio i cittadini a consapevolmente agire nella nutrizione propria e delle proprie famiglie;
di attori istituzionali nei sistemi creditizi e finanziari locali, onde agire per consentire l’accesso al credito per le piccole imprese impegnate nelle produzioni agricole;
di vertici della governance locale e quindi primi cittadini di nuove comunità solidali, in grado per l’autorevolezza data loro dall’essere stati democraticamente investiti di tale funzione dai propri cittadini, di promuovere intese con le autorità regionali, con il sistema delle imprese, con le rappresentanze dei cittadini, con gli stakeholder, onde potenziare la propria azione con la partecipazione convinta di tutti gli attori sociali del territorio;
di attori della cooperazione internazionale, agendo d’intesa con le loro città gemellate o con cui mantengono rapporti istituzionali, per costruire una rete internazionale finalizzata ad agire per il raggiungimento degli obiettivi fissati in occasione dell’EXPO 2015 nella Carta di Milano che Città del Bio ha sottoscritto.
Ogni ente associato promuove le azioni più confacenti alla propria realtà territoriale, ispirandosi alle indicazioni dell`Associazione ed in particolare:
• adotta e incentiva un uso prudente ed efficiente delle risorse, incoraggiando il consumo sostenibile e una produzione disciplinata da norme coerenti con l`obiettivo di una crescita durevole;
• promuove l`informazione e la formazione sui temi della crescita durevole, sia verso il proprio personale che verso i produttori e gli operatori economici del proprio territorio nonché dei cittadini;
• è parte attiva nel tutelare la salute ed il benessere dei cittadini;
• promuove l`utilizzo di alimenti biologici nei consumi istituzionali (ristorazione scolastica e collettiva) privilegiando lo sviluppo dei circuiti economici locali;
• promuove l`educazione alimentare attraverso l`orientamento al consumo consapevole;
• adotta una delibera per il divieto alla coltivazione di OGM sul proprio territorio comunale e di impegno alla valorizzazione delle produzioni tipiche e biologiche;
• promuove i mercati dei produttori biologici e la “filiera corta”, ovvero il rapporto diretto tra produttori e consumatori;
• difende la biodiversità, con l`adozione di una varietà a rischio d`estinzione;
• offre, anche attraverso un apposito sportello informativo, idee, contatti e progetti ai propri cittadini per promuovere lo sviluppo della cultura del biologico;
• costruisce comunità solidali e aperte a tutti;
• promuove e pratica i valori della pace, della giustizia e dell`equità;
• promuove la crescita di una rete nella propria regione coinvolgendo nuovi Enti e realtà.