L’Associazione non profit di enti pubblici territoriali “Città del Bio” ha registrato il marchio “Italia del Bio” le cui modalità di utilizzo sono disposte dal Manuale di utilizzo del marchio, come ufficialmente approvato. L’uso del marchio – che resta nell’esclusiva proprietà dell’Associazione – può essere concesso in uso ai territori in cui una o più Amministrazioni locali, associate a Città del Bio, abbiano promosso e realizzato un distretto biologico o Bio distretto. Il marchio è protetto ed ha valore nell’intero territorio dell’Unione Europea, ed è destinato ai territori facenti parte della Repubblica Italiana.

Il marchio, nell’ambito del Biodistretto, può essere concesso anche ad operatori del settore turistico ricettivo che si impegnino ad utilizzare prodotti del biodistretto e prodotti biologici provenienti da altri territori italiani associati a Città del Bio.

Il marchio può inoltre essere utilizzato, previa autorizzazione di Città del Bio, da produttori o aziende del settore agroalimentare e turistico-ricettivo non ricompresi  in Bio distretti ma segnalati da associazioni di categoria con cui Città del Bio abbia in essere apposite convenzioni.

Il marchio può altresì essere utilizzato in occasione di sagre, mostre, fiere, eventi eno-gastronomici organizzati dall’UNPLI o da altre associazioni di volontariato, nonché dalle Città e dai Comuni associati, cui Città del Bio abbia concesso il proprio patrocinio e secondo le indicazioni contenute nel regolamento.

Il marchio considera il valore della legalità come un pilastro fondamentale. Libertà dalle Mafie e dalla criminalità organizzata, rispetto delle norme sull’inquadramento dei lavoratori, trasparenza nelle procedure pubbliche di acquisto di beni e servizi, rispetto delle norme nel pagamento delle imposte. L’etica nella produzione, trasformazione e commercio è quindi parte integrante del disciplinare d’uso del marchio.

I territori candidati all’utilizzo del marchio debbono prevedere nei loro regolamenti o atti, l’approvazione da parte delle Amministrazioni locali partecipanti, di “codici etici biologici” che, seguendo gli indirizzi indicati da Città del Bio ( inseriti nel regolamento d’uso del marchio e rappresentanti le linee guida per l’assunzione dell’impegno da parte delle Amministrazioni locali a procedere nella direzione del coinvolgimento delle proprie popolazioni e degli operatori economici del territorio) definiscano gli obiettivi di pianificazione che le Amministrazioni stesse definiranno con modalità partecipative. Con l’obiettivo primario di rendere “BIOLOGICO” l’intero territorio. Ispirandosi al modello dell’agricoltura biologica ed estendendo il concetto dall’azienda agricola e di produzione agroalimentare a tutte le attività umane presenti in zona.

Il marchio consente di marchiare prodotti e servizi:

  1. da agricoltura biologica;
  2. da agricoltura integrata.

Nel primo caso è riportata anche la scritta “Italia del Bio”. Nel secondo caso è riportato solo il marchio grafico e la scritta del territorio (es. Suol d’Aleramo o Terre del Giarolo).

Al fine dell’ottenimento dell’uso del marchio sottoscrivendo alla barra di colore rosso la denominazione del Bio distretto, è necessario che il soggetto di governo del Bio distretto ovvero l’Amministrazione locale capofila, regolarmente iscritta all’Associazione Città del Bio, faccia formale richiesta alla Presidenza dell’Associazione.

In presenza del giudizio positivo di una commissione tecnica e della conseguente relazione predisposta dalla Commissione, la Giunta esecutiva di Città del Bio, su proposta del Presidente, approva la concessione del marchio eventualmente prescrivendo norme comportamentali specifiche e, a seguito della predetta deliberazione, il Presidente stipula con il rappresentante dello strumento di governance localmente individuato, la convenzione regolante i rapporti per la concessione e l’uso del marchio. Allegato alla convenzione vi sarà l’elenco degli obiettivi fissati per il periodo dato.

Secondo la periodicità definita nella convenzione e comunque almeno con cadenza triennale, l’Associazione verifica che sussistano le condizioni per il mantenimento del diritto territoriale all’uso del marchio. All’uopo il Presidente nomina una commissione che verifica lo stato dell’arte, gli atti adottati e i risultati raggiunti secondo la convenzione stipulata con particolare riferimento al grado di raggiungimento degli obiettivi definiti.